Sophia Loren, Napoli e la Pizza…

Un trinomio che parla al mondo di bontà e di bellezza, con Sophia Loren, Napoli e la Pizza nasce il mito della Pizzaiola. A guerra finita, vi fu in Italia l’esplosione delle sale cinematografiche. La televisione non c’era ancora, non era ancora diventata un bene di largo consumo, l’elettrodomestico oggi onnipresente. Il cinema era momento di svago e di socializzazione, come un’ora in Pizzeria, magari prima o dopo lo spettacolo.

Sophia Loren, Napoli e la Pizza
Sofia Loren con Mohammed Al Fayed ai Grandi Magazzini Harrod’s di Londra.

Era la grande stagione del neorealismo, della nascita di un genere chiamato commedia all’italiana. Una generazione di registi, autori e attori di un livello tale che il cinema italiano non avrebbe mai più conosciuto. Stagione irripetibile, sotto tutti i punti di vista. Napoli fu in prima fila, grazie ai suoi attori, ai suoi registi, agli autori delle storie, ora tristi, ora spassose, che gli schermi proponevano agli italiani e non solo a loro. In un capitolo precedente, ho menzionato Pizzeria Starita. Proprio in questa Pizzeria, per uno strano scherzo del destino si incontrarono l’attrice allora poco più che debuttante destinata a diventare la diva più famosa e fortunata che il cinema italiano abbia mai prodotto, Sofia Loren, attori insuperati come Toto, Paolo Stoppa, Silvana Mangano e un regista straordinario, come Vittorio De Sica, per un copione tratto da un importantissimo scrittore inequivocabilmente e orgogliosamente napoletano, quale fu Giuseppe Marotta e nella sceneggiatura ci fu pure la partecipazione di un effervescente Cesare Zavattini.

Sophia Loren e la Pizza: L’oro di Napoli

Il film, come é noto, era “L’oro di Napoli, con un episodio interamente girato nel popolare rione di Materdei, proprio nella Pizzeria Starita, allora soltanto friggitoria. E in quel film del 1954 Sofia Loren fu insignita, diciamo cosi, del titolo di “pizzaiola”. La “pizzaiola” per eccellenza, si e ritrovata con la pizza fra le mani, anche in “Un marito per Cinzia”. Sulla copertina del suo ricettario in varie lingue, su cartoni per pizze, su foto per rotocalchi italiani e stranieri. In foto ufficiali come quella, famosissima, che le fu scattata all’inaugurazione, il 17 luglio 1999, di un reparto dei Magazzini Harrod’s di Londra allora di proprietà del magnate egiziano Mohamed Al Fayed.

Non va dimenticato che la diva napoletana per eccellenza non e stata una “testimonial” di lusso soltanto per la pizza. Anche per i maccheroni non ha lesinato apparizioni cinematografiche e scatti per i paparazzi di tutto il mondo. In una intervista per un giornale americano, un giorno dichiaro testualmente: “Tutto quello che vedete, lo devo agli spaghetti”. Si parlava delle sue doti di “maggiorata”. Il suo omaggio alle tradizioni culinarie della sua terra e perciò degno della più sincera lode. “Io non sono italiana: sono napoletana, ha detto in un’altra occasione.

Tratto dal libro “La Storia della Pizza” di Giuseppe Saturno.

Leggi anche: La storia della pizza Margherita, con la regina Margherita e Umberto I alla Reggia di Capodimonte.

Scroll to Top