Ormai é chiaro, tutti questi testi prodotti artificialmente da una presunta intelligenza non piacciono ne a Google ne ad Amazon. L’ultimo Google Update mira ai contenuti AI e li penalizza brutalmente. Vediamo le ragioni etiche ed economiche.
Google Update e la questione etica sui contenuti AI
Prima di tutto ricordiamo che Google é un motore di ricerca, serve per trovare le migliori informazioni disponibili al momento. E come anche altri motori cerca di fornire ai suoi utenti i risultati migliori. Con questo aggettivo intende quelli veramente utili (vedi anche “Helpful Content Update del 14 Settembre 2023“). Ora, da qualche mese, o meglio dall’inizio dell’anno, la rete é stata sommersa da spazzatura, chiamata anche contenuto AI.
Questo tipo di contenuto tutto é tranne che qualcosa di originale, nuovo e utile. Ogni frase vomitata da un transformer (il nostro amico ChatGPT per intenderci) é frutto di un apprendimento alla base del quale ci sono migliaia di testi già scritti e pubblicati in rete. Niente di nuovo o niente che non fosse già presente su Internet.
Ed é chiarissimo che, anche per motivi economici, il gigante delle ricerche e i concorrenti sono corsi ai ripari. Individuare i testi veramente utili é ormai una priorità per garantire la qualità del servizio sia per utenti che per inserzionisti.
Contenuti AI e marketing: Ecco pronto un Google Update
Oltre ai motivi etici, che abbiamo solo sfiorato, ci sono i ben più pesanti motivi economici. Il motore di ricerca più usato vuole continuare ad essere un buon ecosistema anche per i suoi inserzionisti. Il problema era che, grazie all’IA generativa, chiunque può scrivere “bellissimi” testi spacciandoli per suoi cercando di ingannare l’algoritmo di posizionamento. Ebbene, nonostante ci siano anche modi per umanizzare i contenuti AI, Google ha ora altri criteri di valutazione. Innanzitutto non pensate che non abbiano a disposizione i nostri stessi strumenti, se non migliori, per smascherare i testi AI.
Se esistono quindi strumenti per generare e controllare i testi, si possono usare gli stessi per “leggere” e stabilire se il contenuto é solo frutto di una formula matematica per usare determinate parole chiave, o se veramente é utile. Poco importerà a partire da ora, se il testo é breve, se hai dei titoli contenenti parole chiave o se le foto hanno i tag giusti. Se il testo é utile per davvero, lo si capisce, e questo é quello che conta.
Due parole sui contenuti utili
Il nuovo algoritmo di Google mira a promuovere contenuti utili per gli utenti. Contemporaneamente penalizza quelli creati solo per posizionarsi bene nei risultati dei motori di ricerca. L’aggiornamento, rilasciato appunto nel settembre 2023, riesce a comprendere meglio e a individuare i contenuti creati da un punto di vista personale o esperto. Ciò aiuta a promuovere informazioni utili e di qualità. Questo aggiornamento è stato implementato globalmente e per tutte le lingue. Questa modifica è progettata anche per mostrare perle preziose, che altrimenti sarebbero eclissate dalla spazzatura.
Da poco poi, anche Elon Musk ha annunciato la sua intelligenza generativa, Grok, e pare abbia anche il senso dell’umorismo. Bene, sarebbe una qualità finalmente nuova, peccato che anche questa, a noi umani non é mai mancata e non dobbiamo nemmeno impararla…