Vivere in Camper

Vivere in camper é una frase che sentiamo sempre più spesso. Forse a causa della recessione, della crisi o forse per la voglia di libertà che sentiamo sempre di più, molti pensano di cambiare vita. Molti pensano che una soluzione concreta (e sostenibile) sia quella di andare vivere in camper. Vediamo cosa comporta veramente e quali sono i punti su cui riflette prima di prendere qualsiasi decisione definitiva.

Vivere in Camper
La vita in camper…

Solitudine e dipendenza

La solitudine è uno dei problemi principali. Mancando al camperista una comunità stabile, si possono avere difficoltà a stabilire connessioni sociali durante i viaggi. L’integrazione in una comunità locale è complicata, dato che la residenza è mobile e offre meno opportunità di partecipazione attiva. La mancanza di spazio limita tutte le attività, influendo sull’umore e sulla qualità della vita. Pensate all’inverno o alle giornate di pioggia.

Anche la dipendenza dalle strutture pubbliche e dal sistema è una realtà inevitabile per chi sceglie di vivere in camper. L’immatricolazione del veicolo richiede una residenza stabile con costi associati, insieme all’assicurazione, alle tasse e ai vari bolli e tagliandi. Vivere in camper richiede un accesso continuo ai quei servizi dai quali forse si cerca di non essere dipendenti.

Vivere in camper con servizi pubblici

Pensate solo ai servizi come acqua, corrente, servizi igienici e lavanderie, e a tutti i professionisti come meccanici ed elettrauti. Spesso, si deve fare affidamento su campeggi, aree di sosta o strutture pubbliche per soddisfare le necessità basilari. Questo significa spesso anche dover contare sulla generosità degli altri. Dovrai chiedere anche favori per ottenere ciò di cui hai bisogno per continuare il viaggio in libertà . E a parte la dipendenza dal sistema i costi sono più elevati rispetto a una vita stabile. La necessità di accedere quotidianamente a carburante, servizi igienici, acqua potabile e altre risorse base, limita a lungo andare l’autonomia. Inoltre, sempre più località stanno chiudendo le fonti pubbliche, rendendo difficile trovare acqua e aumentando i costi della vita nomade.

La vita in camper richiede anche una notevole flessibilità e capacità di adattamento ai cambiamenti. Spostarsi frequentemente e gestire sfide logistiche può essere stressante per alcune persone. É importante valutare la propria tolleranza agli imprevisti prima di intraprendere questa avventura. Nel tempo, alcune attività basilari come la ricerca dell’acqua possono diventeranno molto faticose. Molte persone, soprattutto le giovani generazioni abituate al comfort, possono dare per scontate cose poco sostenibili di cui sono dipendenti.

E i rifiuti?

Questo stile di vita richiede anche una gestione speciale dei rifiuti, compreso lo smaltimento adeguato dei rifiuti solidi e il trattamento ecologico delle acque reflue. Purtroppo, molti camperisti optano per lo scarico indiscriminato, preferendo risparmiare denaro invece di utilizzare servizi di smaltimento adeguati. Il compostaggio poi, che potrebbe essere una soluzione sostenibile per ridurre i rifiuti, è difficile da praticare quando si è costantemente in movimento.

L’ambiente

E persino l’ubicazione del camper può avere un impatto significativamente negativo sull’ambiente circostante. È importante rispettare le regole locali e ridurre al minimo l’impatto ambientale, specialmente in luoghi naturali o campeggi. Inoltre, i veicoli emettono sostanze dannose per l’ambiente, e il campeggio libero è spesso vietato in molte aree, il che potrebbe causare problemi legali se non ci si conforma alle regole. Infine, è essenziale prestare attenzione ai potenziali rischi legati a fuochi accesi vicino al camper, specialmente in luoghi sensibili. Non parliamo poi degli effetti della crisi climatica e dei fenomeni naturali sempre più intensi.

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